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Giurisprudenza commentata |
Imponibili i proventi da appropriazione di somme su conto cointestato in danno del coniuge
Cass. civ., sez. VI-T
In tema di imposte sui redditi, i proventi derivanti da fatti illeciti, rientranti nelle categorie reddituali di cui all'art. 6, comma 1, TUIR, devono essere assoggettati a tassazione anche se il contribuente è stato condannato alla restituzione delle somme illecitamente incassate ed al risarcimento dei danni cagionati o se in capo all'autore del reato sussisteva l'intenzione di non trattenere le ricchezze percepite nel proprio patrimonio....
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Il leasing immobiliare e l'obbligo del pagamento dell'IMU anche in caso di mancata restituzione del bene
CTP Udine
Nell'ambito del contratto di leasing immobiliare, l'obbligo di versare l'IMU permane in capo al locatario per tutta la durata del contratto sino alla risoluzione del contratto e non fino alla riconsegna del bene oggetto del contratto.
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Le esenzioni da accisa dei prodotti energetici in ambito normativo UE e italiano e gli interventi della Corte di Giustizia
CGUE
L'applicazione delle esenzioni in ambito UE, tra cui rientrano quelle relative alle accise sui prodotti energetici e l'elettricità, vanno applicate in maniera restrittiva senza che gli Stati membri possano applicarne alcune a carattere generale, tassando i prodotti energetici in funzione della loro effettiva utilizzazione, a prescindere dalla forma del contratto oggetto della prestazione, escludendo la tassazione solo nei casi in cui rilevi un effettivo “uso commerciale” richiamato dalla Direttiva 2003/96 e qualificato come tale, all'occorrenza, da parte della Corte di Giustizia.
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La documentazione depositata in primo grado (sia pure tardivamente) resta valida in appello anche in caso di contumacia della parte
Giudizio di appelloLa contumacia della parte nel successivo giudizio di appello, non preclude la possibilità di utilizzo della documentazione dalla stessa depositata nel giudizio di primo grado, sia pure tardivamente (oltre il termine di cui all’art. 32 del d.lgs. n. 546/1992). È quanto ha disposto la Corte di Cassazione con la sentenza n. 22759 del 12 agosto 2021. Si tratta di una principio giurisprudenziale non di poco conto con la quale gli Ermellini hanno disposto espressamente l’utilizzabilità, nel giudizio di appello, della documentazione depositata nel giudizio primo grado, sia pure oltre il termine perentorio di cui all’art.32 del d.lgs. n. 546/1992. L’inosservanza del termine disposto dall’art. 32 preclude la possibilità di utilizzo dei documenti nel giudizio di prime cure, ma, comunque fa salva la possibilità di utilizzo della documentazione nel successivo grado di giudizio, pur in contumacia della parte che ha formalizzato il deposito.
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Richiesta di oscuramento dei dati dei provvedimenti giudiziari
Cass. civ., sez. trib.
La richiesta di oscuramento dei dati – ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 196/2003 – deve essere specificamente proposta dall'interessato e, dallo stesso, adeguatamente motivata, indicando i “motivi legittimi” sulla quale si fonda. Non si tratta quindi di una mera facoltà prevista dalla norma a favore dell'interessato.
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Sottrazione fraudolenta: onere del Giudice ricostruire l’entità del patrimonio del sottrattore e rapportarlo al debito
Cass, pen,,sez. III
In tema di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte è il Giudice deve argomentare in ordine all’insufficienza del patrimonio del debitore ad estinguere il debito fiscale.
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È sempre opponibile al Fisco (anche ex tunc) la rinuncia all'eredità
Cass. Civ.
Il chiamato all'eredità, il quale vi abbia validamente rinunciato, non risponde dei debiti tributari del de cuius, anche nel periodo intercorrente tra l'apertura della successione e la rinuncia, posto che la relativa dichiarazione di non accettazione ha effetto immediato ed efficacia ex tunc, con la conseguenza che tale soggetto possa essere considerato come mai chiamato alla successione.
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Le “mance” sono parte integrante del reddito da lavoro dipendente
Cass. Civ., Sez. trib.
In tema di reddito da lavoro dipendente, le erogazioni liberali percepite dal lavoratore dipendente in relazione alla propria attività lavorativa, tra cui le cosiddette mance, rientrano nell'ambito della nozione onnicomprensiva di reddito fissata dal d.P.R. n. 917 del 1986, art. 51, comma 1, e sono pertanto soggette a tassazione.
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Accertamento induttivo-extracontabile: legittimo se l'inventario omette le merci presenti in magazzino per categorie omogenee
Cass. civ.
Per effetto dell'art. 15 comma 2 del d.P.R. n. 600/73, l'inventario deve riportare le merci presenti in magazzino per categorie omogenee: in mancanza, si verifica una inattendibilità della contabilità tale da legittimare l'accertamento induttivo-extracontabile.
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Impugnabilità dell’invito al pagamento del contributo unificato
Cass. Civ., sez. trib.
Il contribuente può proporre impugnazione avverso ogni atto dal quale sia desumibile una pretesa fiscale, a prescindere dal nomen iuris. L'art. 19, d.lgs. n. 546/72 deve, pertanto, essere interpretato in senso funzionale e cioè in considerazione della idoneità dell'atto a ledere la sfera giuridico - patrimoniale del contribuente. In particolare, l'invito al pagamento del contributo unificato è atto impugnabile autonomamente, in quanto da esso è desumibile una compiuta pretesa fiscale. Al di là della denominazione formale, rileva la pretesa sottesa ad ogni determinazione amministrativa, la quale se è compiuta e definita comporta il sorgere, in capo al contribuente, dell'interesse ad agire.
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