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Giurisprudenza commentata su IVA |
In caso di rimborso IVA l’Amministrazione deve restituire anche il costo della fideiussione
Cass. civ., sez. trib.
L’Amministrazione finanziaria è tenuta a restituire al contribuente anche la fideiussione in caso di rimborso IVA. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 22720 del 20 ottobre 2020, ha accolto il ricorso di una società che aveva chiesto e incassato il rimborso dell’IVA ma chiedeva anche le spese sostenute per la fideiussione.
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In caso di rimborso IVA l’amministrazione deve restituire anche il costo della fideiussione
Cass. civ., sez. trib.
L’amministrazione finanziaria è tenuta a restituire al contribuente anche la fideiussione in caso di rimborso Iva. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 22720 del 20 ottobre 2020, ha accolto il ricorso di una società che aveva chiesto e incassato il rimborso dell’Iva ma chiedeva anche le spese sostenute per la fideiussione.
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Nessuna detrazione IVA all'importatore se i beni restano di proprietà di terzi
CGUE, Causa C-621/19
L'art. 168, lettera e) della sesta Direttiva IVA (Dir. 2006/112) deve essere interpretato nel senso di negare il diritto alla detrazione Iva ad un importatore quando questi non dispone di un diritto di proprietà sulle merci e quando il valore dei beni importati non concorre alla formazione della base imponibile dei servizi resi dall'importatore.
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Chiusura della partita IVA senza previa fatturazione delle prestazioni già eseguite ad enti pubblici
Cass. civ., sez. trib.
Cass. civ., sez. trib., 16 ottobre 2020, n. 22517.pdf
In caso di cessazione dell'attività, ancorché l'articolo 6, comma 5, D.P.R. 633/1972 preveda l'esigibilità differita dell'imposta sul valore aggiunto, il contribuente può procedere alla chiusura della partita IVA, ove le prestazioni di servizi rese ad enti pubblici non siano state ancora remunerate, soltanto previa anticipazione della fatturazione di dette prestazioni e, quindi, dell'esigibilità dell'IVA rispetto al momento dell'effettivo incasso, con conseguente appostazione dell'ammontare d'imposta residualmente dovuto in relazione a tali prestazioni nell'ultima dichiarazione fiscale
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IVA e ne bis in idem: la sentenza di assoluzione per reati fiscali determina l'ineseguibilità definitiva della sanzione amministrativa tributaria
Cass. civ., sez. trib.
In materia di IVA, in relazione agli illeciti penal-tributari compresi all'interno del Titolo II del D.Lgs. n. 74/2000 va escluso che il procedimento amministrativo sanzionatorio debba essere dichiarato improcedibile in ragione dell'intervenuta sentenza penale irrevocabile di assoluzione, ancorché pronunciata con l'ampia formula “perché il fatto non sussiste” la quale - previa sua producibilità in cassazione ex art. 372 c.p.c. laddove il contribuente intenda far valere, anche per la prima volta in sede di legittimità, la violazione del principio di ordine pubblico unionale del ne bis in idem- determina l'ineseguibilità definitiva della sanzione tributaria, ferma la necessità di accertare, in concreto, nel giudizio avente ad oggetto l'eventuale riscossione avviata dall'Ufficio, l'identità del “fatto” rispetto agli elementi costitutivi sia dell'illecito amministrativo tributario che della corrispondente fattispecie incriminatrice.
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La sostanza prevale sulla forma: spetta anche in caso di mancato assolvimento degli oneri formali
CTP Palermo
Il diritto alla detrazione Iva non può essere negato qualora il contribuente, anche in assenza di dichiarazione annuale per il periodo di maturazione, dimostri che si sia trattato di acquisti fatti da un soggetto passivo d'imposta assoggettato ad Iva e finalizzati ad operazioni imponibili.
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Operazioni soggettivamente inesistenti: legittimo il recupero dell’Iva anche in caso di ricettazione
Cass. civ.
In tema di operazioni soggettivamente inesistenti, l’amministrazione finanziaria può negare la detrazione Iva anche se il contribuente è accusato di ricettazione, ovvero di un reato non rientrante nel novero di quelli tributari.
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Il cessionario di credito IVA subentra nella posizione del cedente
Cass. civ., sez. trib.
Poiché la cessione del credito IVA lascia inalterati i termini e le modalità del rapporto sostanziale da cui il credito trae origine, l'Amministrazione finanziaria diventa obbligata verso il cessionario allo stesso modo in cui lo era nei confronti del suo creditore originario.
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IVA: per il plafond vale l'anno dell'operazione originaria non rilevando eventuali successive variazioni
Cass. civ., sez. trib.
In tema di IVA e con riferimento al regime della sospensione del pagamento dell'imposta previsto per le cessioni all'esportazione, si deve fare riferimento, ai fini della verifica del plafond annualmente previsto per beneficiare dell'agevolazione, all'anno di registrazione della fattura relativa all'operazione originaria e non a quello di registrazione del documento fiscale con il quale vengono apportate modifiche alla predetta fattura, nel rispetto della procedura di variazione.
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Cessione di beni sottocosto e responsabilità solidale del cessionario ai fini IVA
Cass. civ., sez. trib.
In tema di responsabilità solidale del cessionario ai sensi dell’art. 60-bis del d.P.R. n. 633/1972, è legittimo il recupero IVA nei confronti del cessionario se il prezzo di acquisto dell’automobile da parte del cedente supera quello della vendita. Ciò anche se rispetta i dati dei listini Eurotax. Infatti, il parametro valido per l’accertamento è il valore effettivo della transazione da considerare comunque antieconomica.
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